bullet2 29.8.1632-28.10.1704

Locke, John

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INTRODUZIONE

Locke, John (Wrington 1632 - Oates 1704), filosofo e pensatore politico inglese. Studiò presso l'Università di Oxford, dove ottenne incarichi accademici, insegnando greco e retorica. A partire dal 1666 si dedicò allo studio della medicina e si legò d'amicizia a Robert Boyle, uno dei più grandi scienziati dell'epoca. Dal 1667 visse nella residenza londinese di Anthony Ashley Cooper, futuro conte di Shaftesbury, uomo politico di cui Locke divenne consigliere e medico. Nel 1675, in seguito alla sconfitta politica di Shaftesbury, Locke riparò in Francia, dove studiò la filosofia di Cartesio e Gassendi; tornò per un breve periodo in Inghilterra, ma dovette ancora fuggire in Olanda per motivi politici. In seguito alla Gloriosa Rivoluzione del 1688, fece ritorno in Inghilterra, dove ottenne nuovamente cariche pubbliche.

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EMPIRISMO

Nella sua opera principale, Saggio sull'intelletto umano (1690), Locke rielaborò la dottrina empirista, già sostenuta da Francesco Bacone all'inizio del secolo. Contrario alle teorie dell'innatismo, secondo cui nella mente sarebbero impresse fin dalla nascita determinate idee anteriori a qualsiasi esperienza, Locke considerava l'intelletto dell'individuo al momento della nascita una tabula rasa sulla quale l'esperienza imprime tutti i contenuti della conoscenza. Per Locke l'esperienza sensibile è alla base di ogni conoscenza umana, poiché, tramite la sensazione e la riflessione, fornisce all'intelletto i contenuti del pensiero (le idee), cioè le rappresentazioni della mente. Attraverso la sensazione ci sono date le idee che provengono dall'esterno; attraverso la riflessione, invece, ci sono date le idee delle nostre operazioni mentali (il percepire, il volere, il desiderare). Le prime possono essere, a loro volta, idee di qualità primarie (o oggettive) se si riferiscono ad aspetti che sono presenti nei corpi (come la figura, l'estensione e in generale le qualità geometrico-quantitative), oppure idee di qualità secondarie (o soggettive: colori, odori, suoni), se risiedono soltanto nel soggetto percipiente, senza alcun effettivo riscontro nei corpi. Tutte le idee qui nominate sono idee semplici, derivanti direttamente dall'esperienza, da cui Locke distingueva le idee complesse, che risultano dalla combinazione di molteplici idee semplici (come le idee di sostanze, di modi e di relazioni).

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LA POLITICA

In campo politico Locke gettò le basi del pensiero liberale, promuovendo la tolleranza e la libertà di culto. Nei due Trattati sul governo (1690), attaccò la dottrina del diritto divino, secondo cui il sovrano riceve da Dio il diritto di governare, proponendo un modello contrattualista, già teorizzato da Thomas Hobbes, che riconduce l'origine del potere politico e dello stato a un patto tra gli individui. Tuttavia, a differenza di Hobbes, secondo cui gli individui rinunciano a tutti i loro diritti in favore di un potere assoluto che garantisca il solo diritto alla vita, Locke sostiene che i cittadini si limitano a delegare l'esercizio della forza al sovrano, il quale deve garantire ai cittadini “tutti” i diritti naturali, ossia il diritto alla vita, il diritto alla libertà, il diritto alla proprietà e il diritto alla difesa di questi diritti. Se lo stato usurpa la sovranità popolare, i cittadini hanno il diritto di rimuovere, anche attraverso una rivoluzione, il potere costituito; ma era segretario dell'Ufficio per il Commercio e le Piantagioni e ricavò profitti dalla schiavitú